Traffico marittimo, la ridistribuzione dei flussi è già in atto.
Il traffico marittimo nel Mar Adriatico non ha subito grosse variazioni negli ultimi mesi, specie considerando la movimentazione di merci solide e rinfuse liquide. Negli scali di Ancona-Falconara Marittima, Ortona e Vasto si stima un totale complessivo di undici milioni di tonnellate, con il capoluogo marchigiano che ribadisce una leadership rispetto agli scali marittimi più vicini. I dati riguardanti il transito di passeggeri segnano in media un calo del 2% nell’Adriatico Centrale, ma per il 2025, le stime per l’intero bacino sono ottimistiche e prevedono 5,1 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) in crescita del 3,9% rispetto al 2024. Al di là dei numeri assoluti, è importante sottolineare come in dieci anni la distribuzione dei flussi sia cambiata. Nel 2015 i porti di Venezia, Dubrovnik e Corfù movimentavano il doppio del traffico marittimo rispetto a oggi, a dimostrazione di una realtà attualmente più dinamica ed equilibrato.
Tra conferme e sorprese: i casi di Ancona e Ortona
Soffermandoci sul traffico marittimo di merci in Adriatico Centrale, emerge il dato positivo di Ancona-Falconara riguardo al saldo sulle merci liquide, in crescita di oltre l’8%. Ma gli incrementi più interessanti riguardano lo scalo abruzzese di Ortona. Da un lato, grazie al settore cerealicolo e metallurgico, la movimentazione delle rinfuse ha toccato un +13%, dall’altro il maggior numero di croceristi ha determinato una crescita del 46% rispetto al dato toccato nel 2023. In controtendenza, il porto di Vasto che ha visto una contrazione del 10% e del 14% rispettivamente, per l’import di rinfuse liquide e traffico marittimo di merci solide. A pesare, sullo scalo abruzzese, anche il dato emerso riguardo all’export di auto, causa i mesi difficili del settore automotive in tutta Europa. Pertanto, saranno necessarie opportune riflessioni su come poter differenziare le tipologie di traffico e le quantità di merci fornite.
Il delicato contesto geopolitico non ferma arrivi e partenze
Indubbiamente, i dati sul traffico marittimo meno esaltanti risentono delle implicazioni geopolitiche legate agli scenari di guerra sul continente, nel Mediterraneo Orientale, nonché sulle sponde del Mar Rosso. Nonostante il contesto geopolitico, il 2025 si prospetta come un anno ancora positivo per l’Italia riguardo al traffico crocieristico. Il nostro paese dovrebbe mantenere la propria leadership con circa due milioni di passeggeri, mentre Albania e Montenegro quelli per cui si prospetta il maggior incremento in termini percentuali stimabili in un aumento a tre cifre – oltre il 200% per lo scalo albanese di Sarandë e quello montenegrino di Bar. Stringendo lo sguardo ai singoli porti che si affacciano sull’Adriatico, Corfù e Kotor restano gli scali prediletti. Quindi, come accaduto negli ultimi anni, secondo le previsioni supererebbero ampiamente Venezia, con la città lagunare tallonata da Dubrovnik, sulla scia di quanto già avvenuto nel 2024. A conferma della grande attrattiva del lato orientale.
Cruise e ferry, Spalato regina
Mantenendo il focus sul traffico marittimo, qualora stringessimo l’orizzonte e lo limitassimo al segmento traghetti e aliscafi, noteremmo la posizione di leadership della Croazia rispetto alle nazioni dell’area, grazie soprattutto ai risultati di Spalato, con quasi sei milioni di passeggeri movimentati, che di Zara, dove si sono visti circa 2,7 milioni di passeggeri. Considerando i paesi nell’insieme – non i singoli scali – segue la Grecia, dove nel porto settentrionale di Igoumenitsa, vicino alla costa albanese, sono transitati per la prima volta tre milioni di passeggeri, ben più di altre rinomate località del paese ellenico come Corfù, “ferma” a due milioni, e Patrasso, con circa 549,000 unità. Ad ogni modo, i dati confermano quanto il 2024 sia stato più positivo per il settore traffico marittimo, riguardo al segmento traghetti, aliscafi e catamarani. Per cui è lecito attendersi per l’anno in corso un ulteriore aumento, di cui potranno beneficiare tutte le economie locali.
Traffico marittimo: gli investimenti sono una necessità (e un’opportunità)
I dati riferiti ai singoli scali, così come le cifre di tutti i porti che si affacciano sull’Adriatico, suggeriscono la necessità di puntare sul traffico marittimo. Sia considerando i dati incoraggianti emersi, sia le problematiche legate alla pesante situazione internazionale. A prescindere dalla prospettiva, appare fondamentale la campagna di investimenti previsti fino al 2026. Stimabili in 390 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture dedicate al turismo via mare. Come l’ammodernamento di Terminal e stazioni marittime, grazie a 200 milioni stanziati in ambito cruise & ferry. Nell’area adriatica italiana spiccano due nuove stazioni marittime, a Ravenna e a Bari, grazie a investimenti quantificabili rispettivamente in 46 e 8 milioni di euro. Si attende anche la costruzione del terminal crociere a Marghera lungo il canale nord. Per i lavori necessari al completamento di un’opera strategica per lo scalo veneto, è previsto un investimento di quasi settanta milioni di euro.
