trasporto intermodale

Il trasporto intermodale e la logistica del futuro

Il trasporto intermodale è il frutto di una corretta sincronizzazione nell’ambito della logistica e dei trasporti. Senza questa sincronizzazione, mancano efficienza, qualità, sicurezza: tutti cardini di un settore esposto a criticità. Nonché a nuove opportunità. La catena logistica ha conosciuto uno slancio reale e tangibile grazie alla digitalizzazione – si pensi ai nuovi metodi per tracking e movimentazione. Così come grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale. In ambito portuale, esistono piattaforme smart che pianificano in tempo reale passaggio delle imbarcazioni. O ciascuna fase durante le operazioni di carico e scarico dei container. Lo scopo è ridurre l’errore umano, senza dimenticare l’importanza dell’accessibilità. In un mondo sempre più digitalizzato, è importante garantire la consegna della merce anche in contesti impegnativi come i centri urbani. Di recente, l’utilizzo dei droni ha consentito un’ ulteriore evoluzione in un settore critico e vitale per tutti, gettando le basi per una nuova filosofia del “trasporto all’ultimo miglio”.

Il trasporto intermodale e il ruolo della strategia predittiva.

Per poter rendere il trasporto intermodale efficiente e sicuro, è importante perseverare nell’innovazione. Aiuti da parte delle istituzioni e degli enti governativi sono fondamentali, a condizione che gli investimenti siano mirati e dirottati nella giusta direzione. Ossia verso

  • Sistemi di geolocalizzazione dotati di GPS avanzati, fulcro della tecnologia sempre più necessaria per il tracking
  • Monitoraggio costante di tutti parametri ambientali delle merci, grazie all’impiego di sensori che sfruttano tecnologia IoT
  • Integrazione dei dati da più fonti, per mezzo di piattaforme cloud che assicurano una panoramica real time in ambito logistico

Dinamico e flessibile, il trasporto intermodale del futuro avrà bisogno di una strategia predittiva in grado di analizzare e rilevare tutte le variabili che consentano una corretta previsione dei volumi di traffico. La prevenzione, che limita i rischi legati a eventuali guasti, diminuisce eventuali tempi morti, migliorando pertanto la mobilità e l’operatività dei singoli hub che costruiscono la filiera.

Il ruolo dell’AI e delle flotte di veicoli smart

In ambito navale, l’uso dell’intelligenza artificiale avrà numerose ripercussioni sulle navi cargo, tradotto in consumi e rotte ottimizzate, prima dell’arrivo in porto per le normali operazioni di scarico. Tra i vantaggi riscontrabili grazie a un uso sapiente dell’AI in ambito logistico, la continuità di mezzi impiegati nell’ottica del trasporto intermodale rappresenta un’indiscutibile opportunità. Come Flotte di camion intelligenti, che sfruttando automatizzazione e connessione elettronica, si muoveranno con un solo conducente alla guida del primo mezzo. Tutti gli altri, con l’ausilio di tecnologie a guida semiautomatica, potranno seguire a ritmo e andatura costanti. Sempre rispettando distanze e parametri di sicurezza, che il Machine Learning tiene in conto perché la movimentazione delle merci sia efficiente a lungo termine. Specie considerando l’aspetto volatile della logistica, esposta a estrema variabilità delle condizioni di mercato. Queste condizionano in tempi rapidi gli scambi che regolano domanda e offerta, nonché gestione ed evoluzione delle catene di approvvigionamento.

Un trasporto intermodale e multidimensionale

È impossibile comprendere il trasporto intermodale, se lo si intende unidimensionale. Nasce, infatti, come modalità di trasporto misto. Da non intendere secondo una logica oppositiva o/o bensì di una logica conciliante e integrativa e/e – per cui, ad esempio, si parla di trasporto ferroviario e navale, non di trasporto ferroviario o navale. Senza questa premessa, è impossibile definirlo per quello che è: un sistema multidimensionale, dove pesa l’importanza di una rete infrastrutturale complessa. A fare la differenza, ancora oggi, sono

  • La qualità della rete viaria, in molti punti non adeguata
  • La rete ferroviaria che assicura la modalità intermodale su rotaia
  • Una rete di collegamenti marittimi strategica

Simili parametri restano requisiti imprescindibili. Eppure, non bastano: oggi la qualità  della logistica implica un’ottica sostenibile. C’è bisogno di tecnologia pulita, dall’elettrificazione dei treni all’ alimentazione a idrogeno delle navi, validi mezzi di contrasto per ridurre significativamente le emissioni di CO2 che danneggiano l’ecosistema

Porti smart, movimentazione merci, cooperazione internazionale

Tra i rischi legati alla digitalizzazione e all’automazione, resta quello dello squilibrio tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. Così come il disallineamento tra logistica e trasporti. L’efficienza crescente di navi e porta container si annulla se mancano porti smart, dove gru automatizzate e veicoli a guida autonoma, facilitano le movimentazioni delle merci. Senza monitoraggio dei vettori e senza pianificazione della rete infrastrutturale è impossibile concepire o parlare di trasporto integrato. Pertanto, i revisori della Corte dei conti Europea hanno analizzato diversi indicatori di diversi paesi e stabilito che nessun paese può dirsi ancora pienamente efficiente. Se il mercato cambia, la filiera deve essere ricettiva, nonostante le criticità emerse di recente. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno riproposto la necessità di ragionare secondo l’approccio multidimensionale e cooperativo. Uno sforzo integrato che permetterà al trasporto intermodale di imporsi realmente e quindi, ragionare come il futuro richiede e impone.


sicurezza navi

La sicurezza sulle navi portacontainer, quali rischi e quali soluzioni

La sicurezza per l’industria marittima e per i singoli operatori come Fiore è un valore imprescindibile. Ancor di più dopo l’anno appena trascorso, quando i traffici marittimi, a causa delle tensioni nel Mar Rosso, sono diventati argomento centrale a livello internazionale. Per gli addetti ai lavori, c’è da tener conto la deviazione dal Canale di Suez verso il capo di Buona Speranza, con evidenti ripercussioni sui prezzi e sulla continuità delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, al di là dell’evidente criticità che rende turbolenti le acque internazionali, esistono dei fattori di rischio oggettivi che vanno oltre i singoli contesti o le singole peculiarità di un dato momento storico. Prima fra tutti, la capacità di carico delle navi portacontainer, legata all’aumento delle dimensioni di queste ultime. Se questo connubio comporta benefici in termini di movimentazione merci, sono altrettanto innegabili i rischi maggiori dovuti a quantità ingenti di merce trasportata rispetto al passato.

Sicurezza e tecnologia: tutela e responsabilità delle compagnie

La sicurezza delle navi portacontainer e la salvaguardia delle spedizioni dipendono dall’efficacia di misure standard. Dalla chiusura ermetica dei container ai sigilli elettronici, passando per il GPS che offre protezione tramite un sistema di monitoraggio costante. Quest’ultimo è un sistema che si integra con altre tecnologie oggi disponibili, le quali limitano l’accesso e prevengono eventuali manomissioni al carico. Di conseguenza, sono le compagnie di navigazione a dover assicurare

  • la redazione di documenti a norma, debitamente compilati e firmati
  • Il rispetto delle normative vigenti, con l’inclusione di dettagli sugli Incoterms
  • Ogni forma di prevenzione che impedisca ritardi o complicazioni di ogni tipo
  • La pianificazione dei servizi e dei carichi marittimi, impossibile senza un’adeguata conoscenza delle rotte marittime.

Per tutelare equipaggio, strumenti e merci sulle navi portacontainer è importante formare e formarsi. Il personale formato adeguatamente non conosce solo normative e regolamenti, ma sa come prevenire, gestire e intervenire tempestivamente.

Dimmi dove e quando andare.

Oggi coloro che lavorano nell’ambito trasporto marittimo si confrontano con tecnologie sofisticate e protocolli rigorosi secondo un’ ottica strategica e un approccio multidimensionale. Lavorare sulle navi porta container significa saper dove andare e quando. Detto diversamente, si devono conoscere e classificare porti e rotte secondo la loro sicurezza o, in caso contrario, vulnerabilità.  I membri di un equipaggio rilevano anomalie, le segnalano, intervengono anche nel rispetto delle linee guida e delle pratiche in materia di sicurezza internazionali. Nei porti come nelle imbarcazioni, ci si attiene a un codice internazionale per la sicurezza: un protocollo regolamentare a livello internazionale. Quindi, è imprescindibile il possesso di competenze in chiave digitale e dei mezzi all’avanguardia, che sfruttando blockchain, AI e controlli biometrici prevengono o identificano le minacce. Ad esempio, limitando gli accessi e il rischio di manomissioni sulle navi portacontainer. Tutti fattori determinanti per creare un clima di fiducia e stabilità.

Nuovi rischi per le navi portacontainer.

La crescente decarbonizzazione investe anche il settore marittimo, destinato a investire sulla sostenibilità per restare competitivo e affermarsi nell’ambito del trasporto intermodale. Essere sostenibili significa puntare sulla decarbonizzazione e i mezzi alternativi, prodotti in grandi quantità rispetto al passato. Tuttavia, durante il trasporto su navi portacontainer, i veicoli dotati di batterie agli ioni di litio possono rappresentare un fattore di rischio di cui, oggi, le navi devono tener conto. Questa tipologia di batteria è soggetta all’autoriscaldamento, fenomeno anche noto come thermal runaway, principale causa di incendi che colpiscono mezzi elettrici. Per far fronte a questa sfida nella sfida, le compagnie devono

  • Munirsi di adeguate capacità di protezione, come sistemi di rilevamento precoce
  • Prevenire ogni impatto stabilendo piani di emergenza
  • Formare il personale, migliorare l’accesso a tutti i dispositivi antincendio presenti
  • progettare le future navi portacontainer tenendo conto dell’avvento dell’elettrico e del trasporto di automobili dotate di batterie

La sicurezza a livello concreto e normativo

Gli incendi rappresentano una fonte di rischio rilevante, anche per colpa di dichiarazioni improprie dei carichi da parte delle aziende. È difficile, se non impossibile, ignorare il legame tra la dichiarazione errata e la maggiore incidenza degli incendi che si verificano sulle navi container. A livello operativo, le navi cargo possono oggi dotarsi di sistemi antincendio più sofisticati, che ricorrono ad acqua pulita, si attivano immediatamente, raffreddano gli spazi e sfruttano un sistema a ridotto consumo idrico che previene ulteriori danni da acqua. Alla luce dei nuovi rischi, è auspicabile una riflessione a livello normativo. Ad oggi, la sicurezza in mare resta “obiettivo fondamentale della politica della navigazione marittima ai fini della protezione dei passeggeri, dei membri dell’equipaggio, dell’ambiente marino e delle regioni costiere”. È grazie all’Organizzazione marittima internazionale (OMI) che esistono norme valide a livello internazionale, che agiscono per prevenire l’inquinamento e salvaguardare la tutela della vita umana in mare (SOLAS).


la fase 3

La Fase3 dell’ICS2 al via: le novità in ambito doganale

Due date importanti

La Fase 3 del Sistema di Controllo delle Importazioni 2 (ICS2) dell’Unione Europea partita il 3 giugno 2024  entra in vigore il prossimo 4 dicembre 2024. I nuovi regolamenti implicano istruzioni di spedizione aggiornate per conformarsi agli ultimi standard dell’UE per le dichiarazioni sommarie di entrata (ENS). L’errata compilazione dei dati implica un potenziale rigetto delle dichiarazioni ENS, sottoposte al vaglio della Commissione europea. Pertanto, dopo una fase transitoria durata sei mesi, gli operatori economici che non osservano quanto previsto in ambito normativo rischiano di incorrere in nuove sanzioni. Le informazioni richieste includono codice merceologico HS a 6 cifre per tutte le spedizioni e descrizione accurata delle merci. In aggiunta, dettagli riguardanti più da vicino le parti interessate. Quindi,  indirizzo completo, casella postale, città, codice postale e Paese di venditori, acquirenti, mittenti e destinatari.

Fase 3, controllo importazioni via mare

La Fase 3 del Sistema di Controllo delle Importazioni 2 (ICS2) è solo l’ultimo step riguardante la gestione dei rischi in ambito sicurezza (safety & security). Dunque, lo scopo è quello di rafforzare il processo di riforma del sistema doganale per la sicurezza delle merci in ingresso. Si tratta di un processo graduale, anche per facilitare il lavoro degli addetti ai lavori, articolato in tre fasi principali. Partito nel 2021, anno in cui operatori postali e corrieri espresso per via aerea hanno dovuto familiarizzare con le nuove modalità di invio dati a ICS2. A partire dal marzo 2023, gli stessi hanno dovuto integrare nel sistema nuove informazioni richieste. Quella cominciata il 3 giugno 2024 è la cosiddetta release 3 – o fase tre – che prevede l’introduzione di nuovi obblighi relativi ai processi operativi e alla gestione dei rischi per le merci in ingresso doganale via mare.

A cosa servono i dati

Il 3 giugno 2024 è iniziata una nuova era nel sistema di informazioni su larga scala in grado di raccogliere le informazioni su ogni merce in arrivo nell’Unione Europea. I dati sono fondamentali per garantire

  • l’identificazione di spedizioni ritenute ad alto rischio
  • interventi tempestivi lungo la catena di approvvigionamento
  • Tutela del mercato interno contro tentativi di infiltrazioni, sabotaggi, sistemi perpetranti meccanismi di concorrenza sleale.

La entry summary declaration è il documento che le dogane dei paesi UE richiedono per effettuare una valutazione di sicurezza conforme, relativa a tutte le merci che arrivano nei porti europei. La compagnia di spedizione inoltra i dati alle Dogane attraverso lo STI – acronimo per  Shared Trader Interface. In caso di mancata conformità, come scadenze non rispettate o mancata fornitura dei dati previsti dall’ ICS2, si rischia lo stop di spedizioni e merci alle frontiere dell’UE. Dunque un ritardo o annullamento delle operazioni di sdoganamento.

Responsabilità e requisiti

Una volta chiarite le novità e sanzioni amministrative previste, qualunque soggetto riceva l’incarico di inoltrare i dati ENS deve

 

  • Assicurarsi di essere in possesso di un numero di registrazione e identificazione degli operatori economici (EORI).
  • Contattare l’amministrazione doganale nazionale responsabile (che ha rilasciato l’EORI) e fornire il proprio piano ICS 2 per l’esecuzione dei test di conformità e l’avvio delle operazioni ICS2.
  • sviluppare o aggiornare il sistema informatico sulla base delle ultime specifiche funzionali e tecniche comuni ICS2 (CFSS e CTSS).
  • Ottenere i certificati digitali necessari dall’autorità di certificazione
  • Eseguire i test di auto conformità richiesti.

Alla luce di quest’ultimo punto, il test serve a confermare che un sistema informatico preposto all’invio e al ricevimento di messaggi da/verso il sistema di controllo funzioni per eseguire le operazioni ICS richieste successivamente.

La fase 3, quali tempistiche riguardo all’invio dei dati?

La fase 3 prevede che la presentazione delle istanze possa avvenire in modalità multipla. Gli spedizionieri hanno la possibilità di utilizzare una modalità che prevede l’invio dei dati da parte dei diversi attori coinvolti nella catena di approvvigionamento. Così si prevengono le interruzioni della catena di approvvigionamento. Per quanto concerne il trasporto marittimo, la ENS deve essere presentata

  • Al massimo entro due ore dall’arrivo della nave al primo porto di ingresso nell’UE in caso di merci provenienti da Groenlandia, Isole Fær Øer, Islanda, porti del Mar Baltico e del Mar Nero.
  • Entro due ore per merci da Paesi terzi che entrano nel territorio doganale dell’UE, nei dipartimenti francesi d’oltremare, nelle Azzorre, Madeira. A condizione che la durata del viaggio non superi le 24 ore
  • Al massimo entro quattro ore dall’arrivo della nave per i carichi diversi da quanto espresso nei punti precedenti.

Un sistema al passo coi tempi: sicurezza prima di tutto

Poichè il sistema informatico ICS2 è creato per raccogliere i dati degli operatori economici tramite ENS, è possibile proteggere il mercato unico europeo. Dunque, con l’entrata in vigore della fase 3 i cittadini del vecchio continente possono beneficiare di ulteriori meccanismi di tutela. Inoltre, l’aumento della sicurezza è responsabile di una serie di vantaggi più o meno scontati, irrealizzabili senza l’aggiornamenti di strumenti e norme. Occorrono anche misure doganali proporzionate e mirate, per di più considerando i nuovi scenari internazionali che puntano a insidiare stabilità economica, cooperazione internazionale, partnership di lunga durata.

la fase 3

emissioni zero

Conero Box, collegamenti diretti Cina - Adriatico

Conero Box è il nome che DHL global forwarding ha voluto dare al nuovo servizio che garantirà un collegamento tra la Cina e la dorsale adriatica – segnatamente le regioni di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Grazie a spedizioni marittime a cadenza settimanale, è auspicabile un’espansione della struttura in tempi brevi. Primo arrivo ad Ancona il 12 giugno, da quel momento destinazione finale del nuovo tragitto marittimo con partenza dal porto cinese di Ningbo. Un’infrastruttura che sorge in una ampia area industriale, nel centro del paese, in una località attraversata dal fiume Yong e che ospita la flotta della marina dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese. Dopo gli hub di Milano, Bologna e Venezia, Conero Box è la nuova struttura concepita per garantire un servizio LCL interamente coordinato e gestito da DHL Global Forwarding

Conero box, Un servizio senza intermediari

Conero Box è visto come uno strumento determinante per raggiungere un livello di eccellenza nell’ambito del commercio marittimo tra porti lontani migliaia di chilometri. Ma tra le aspirazioni del gruppo che ne è ideatore e realizzatore, rientrano obiettivi a tutela di clienti, aziende, e – anche – i consumatori finali. Attraverso il servizio Intact si intende dare alla gestione dei carichi massima attenzione e massima priorità. Sono previste operazioni di carico scarico senza intervento di intermediari. Tale iniziativa dovrebbe consentire vantaggi nello specifico qualificabili in

  • Sicurezza e monitoraggio costante della spedizione in essere
  • Assenza di passaggi di consegne e trasferimenti in serie
  • Riduzione dei costi e dei tempi di transito, a tutto vantaggio della catena logistica
  • riduzione delle emissioni di CO2 tramite off-setting sulla tratta diretta, o port-to-port.

Sicura e sostenibile, l’iniziativa Conero Box rientra nell’ambito di un’offerta che intende fornire servizi nuovi, soluzioni innovative a esigenze diverse

Parola d’ordine: intermodalità

La clientela può monitorare percorso e tracciabilità della merce in transito dal porto di origine a quello di destinazione.  Conero box è un progetto per veicolare in ambito internazionale le potenzialità di una parte d’Italia – quella adriatica –. Un input in più per investire sulla catena logistica interna, così come avvenuto con altri hub sorti a Milano, Bologna e Venezia. O nel collegamento intermodale tra Genova e Padova interporto, inaugurato qualche anno fa in collaborazione con GTS Rail, impresa ferroviaria italiana. Due viaggi a settimana che collegano il porto del capoluogo ligure e l’area del Nord – est italiano, il quale svolge una funzione strategica per la sua notevole capacità produttiva. Il trasporto intermodale sviluppato anche nell’ottica di liberare la rete viaria intorno alla città di Genova, spesso congestionata. Con merci che circolano più velocemente grazie a un sistema flessibile, è lecito attendersi minori tempi di attesa nei porti italiani

conero box

Tempi di percorrenza certi

Negli anni segnati da tensioni geopolitiche che toccano direttamente le rotte marittime tra Mar Rosso e canale di Suez, i porti italiani rischiano pesanti ricadute. Dovute in parte agli allungamenti dei tempi di percorrenza, dall’altra a dirottamenti verso altri porti di altri paesi. Con inevitabili ripercussioni sui sistemi di carico e scarico per gli scali di Genova, Trieste e Gioia Tauro, strategici per il trasporto container e di carichi energetici. Tempi di percorrenza certi – cinquantaquattro giorni – restano un caposaldo dell’intero progetto Conero Box. La puntualità e l’efficienza del servizio sono anch’esse una priorità, perché a causa delle tensioni nel Mar Rosso e in altri punti strategici, sussiste il rischio di vedere un allungamento dei tempi di spedizione. Con l’apertura del nuovo hub, le aziende che operano su un’area ricca di piccole e medie imprese, potranno beneficiare di tutta una serie di vantaggi.

Un polo tecnologico e formativo

Servizi più veloci e costi di trasporto più contenuti, grazie alla prossimità, sono una fonte di investimento e guadagno per il mondo imprenditoriale. Conero box si inserisce in un filone dove è diventato sempre più fondamentale investire in infrastrutture che oggi comprendono anche

  • sviluppo di reti di interporto in ottica intermodale
  • investimento in nuove tecnologie e soluzioni digitali

Non solo tra i concetti chiave promossi in ambito commerciale e marittimo, la logistica integrata è oggi realtà. Anche grazie a percorsi di formazione intrapresi di recente. A Venezia è nata l’Accademia della Logistica e del Mare. Il polo tecnologico e formativo, incentrato sulla logistica, è il risultato della collaborazione tra ITS Marco Polo Academy, Vemars e CFLI. Forte di un investimento da 4 milioni di euro, è prevista la riconversione degli spazi che ospitano l’ITS Marco Polo in un hub tecnologico finalizzato alla formazione degli studenti ITS e dei professionisti della logistica.


Consolidamento della banchina di Riva nel porto di Ortona

Un passo cruciale per una migliore efficienza operativa

L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale (Adsp) ha di recente assegnato i lavori per il consolidamento della banchina di Riva nel porto di Ortona. Si tratta di un intervento strategico, atteso da anni, che è stato finanziato con i fondi riservati alla coesione territoriale e alle Zone economiche speciali dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Con questi lavori si mira a potenziare la struttura portuale per adeguarla ai moderni standard dei traffici commerciali marittimi.

Dettagli dell’intervento

+230 metri

LUNGHEZZA

+3 metri

LARGHEZZA

Il progetto prevede il consolidamento del primo tratto della banchina di Riva, con una lunghezza di 230 metri e una larghezza di 30 metri. L’appalto è stato assegnato al raggruppamento temporaneo d’impresa composto da Fincantieri Infrastructure Opere Marittime Spa, Impresa Costruzioni Mentucci Aldo Srl, Seacon e Acale, con un importo di aggiudicazione di 8.574.000 euro, con un ribasso del 21,73%. Si tratta di lavori attesi dagli operatori e dalle aziende che ruotano attorno al porto di Ortona. Nella prima fase l’intervento sarà incentrato sulla bonifica bellica delle aree a terra e degli spazi subacquei interessati dal progetto.

Obiettivi dell’operazione

Riqualificazione e potenziamento delle strutture di banchina esistenti

L’intervento mira a riqualificare e potenziare le strutture di banchina esistenti, adeguandole ai requisiti richiesti dai moderni sistemi del traffico commerciale marittimo. La realizzazione di un consolidamento tramite “rifodero” e la costruzione di una pavimentazione semirigida ad alte prestazioni garantiranno resistenza e funzionalità anche ai carichi eccezionali, confermando il porto di Ortona scalo tra i più importanti dell’Adriatico a livello commerciale. La banchina sarà inoltre dotata di infrastrutture come bitte, parabordi cilindrici, paraspigolo e scalette alla marinara in acciaio inox.

Altri lavori nel porto di Ortona

Parallelamente all’intervento sulla banchina di Riva, l’Autorità di sistema portuale sta completando il secondo stralcio dell’intervento di manutenzione straordinaria della scogliera del molo nord. Questo intervento, con un investimento complessivo di 2.340.000 euro, segue i lavori del primo stralcio eseguiti nel 2021. La manutenzione della scogliera è essenziale per la protezione del bacino portuale di Ortona e della banchina commerciale nord, particolarmente vulnerabili alle mareggiate.

 

Il presidente Adsp: ‘Intervento strategico’

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo, in una nota, ha sottolineato l’importanza di queste opere che sono cruciali “per migliorare la logistica e l’infrastruttura dello scalo, riconosciuto come fondamentale per il sistema produttivo, commerciale e manifatturiero dell’Abruzzo”.

Il consolidamento della banchina di Riva e la manutenzione della scogliera rappresentano passi significativi verso un porto di Ortona più efficiente, sicuro e pronto a nuovi futuri sviluppi del traffico marittimo.

Porto di Ortona da sempre punto di riferimento del territorio

Ortona è un antico porto, ritenuto strategico fin dall’epoca romana, per la sua posizione in Adriatico e gli scambi commerciali con l’area Balcanica, i Paesi del Medio Oriente e l’est Mediterraneo. Un porto che, nel 2022, ha movimentato 1.168.000 tonnellate di merci (36% di prodotti petroliferi raffinati e il 64% di rinfuse solide), e con importanti potenzialità di sviluppo. Esso è ben collegato con la grande area industriale della Val di Sangro e quella della Val Pescara, con la ferrovia Adriatica, le autostrade A14 e A24, con l’aeroporto di Pescara e l’interporto d’Abruzzo.

Conclusioni

Gli investimenti e le prospettive di sviluppo del porto di Ortona testimoniano una determinazione crescente nel posizionare lo scalo marittimo come un centro logistico di riferimento nell’Adriatico. Questo non solo offre opportunità di sviluppo economico e industriale per la regione ma contribuisce anche al prestigio dell’Italia nel contesto marittimo internazionale. Il porto di Ortona, dunque, con la sua combinazione di efficienza operativa e impegno ambientale, emerge come un esempio nel panorama italiano.


la fase 3

Il porto di Ortona all'avanguardia nella logistica marittima

La logistica rappresenta un cardine fondamentale per lo sviluppo dei porti italiani, con una crescente tendenza verso l’adozione di tecnologie avanzate per migliorarne l’efficienza operativa ma anche la sostenibilità ambientale, divenuta ormai imprescindibile dalle attività di sviluppo economico. Nel contesto di questa evoluzione, il porto di Ortona si distingue per il suo impegno nella digitalizzazione, nell’uso di intelligenza artificiale e nell’implementazione di pratiche sostenibili. Si tratta di strategia, in con tinua evoluzione, che punta ad ottimizzare le operazioni portuali e che contribuisce anche a consolidare la reputazione internazionale dell’Italia come protagonista responsabile nel panorama marittimo globale.

Digitalizzazione e sostenibilità

La digitalizzazione è al centro degli sforzi in atto per migliorare l’efficienza portuale. I tempi attuali pretendono che la digitalizzazione, che si è affermata come il motore principale per l’innovazione in diversi settori, diventi fondamentale anche per quello portuale. Negli ultimi anni, c’è stata una crescente consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione per migliorare l’efficienza delle operazioni portuali, promuovendo una gestione più intelligente delle risorse e ottimizzando la catena logistica, ed evitando, talvolta, anche i rischi.

La digitalizzazione nei porti comporta l’adozione di tecnologie avanzate come l’Internet delle cose (IoT), l’intelligenza artificiale (IA), l’analisi dei dati e la connettività avanzata. Tali strumenti consentono una maggiore visibilità e controllo sulle attività portuali, migliorando significativamente la pianificazione delle operazioni e riducendo i tempi di inattività.

L’importanza della digitalizzazione nei porti

container marittimi

Uno degli aspetti cruciali della digitalizzazione portuale è la gestione intelligente delle merci. L’implementazione di sistemi di tracciamento basati su IoT consente di monitorare in tempo reale la posizione e lo stato delle merci, fornendo informazioni tempestive sulla loro movimentazione. Questo non solo ottimizza la distribuzione delle risorse, ma riduce anche il rischio di smarrimento o danneggiamento dei prodotti.

Inoltre, l’introduzione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale permette di prevedere e gestire in modo più efficiente le operazioni portuali, andando in aiuto agli equipaggiamenti, riducendo i tempi di fermo e migliorando la disponibilità delle risorse in campo.

La digitalizzazione riguarda anche la semplificazione delle procedure amministrative. L’implementazione di sistemi di gestione elettronica dei documenti riduce la burocrazia, accelera le operazioni di sdoganamento e favorisce una maggiore trasparenza nella filiera dell’approvvigionamento.

La digitalizzazione, dunque, è al centro degli sforzi attuali per trasformare i porti in hub logistici più efficienti e competitivi. L’adozione di tecnologie all’avanguardia apre la strada a una gestione più intelligente e dinamica delle risorse, consentendo ai porti di affrontare sfide complesse e di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato globale. La digitalizzazione portuale non è solo un passo verso il futuro, ma una realtà in continua evoluzione. Parallelamente, la sostenibilità è diventata una priorità, con politiche e tecnologie destinate a ridurre le emissioni inquinanti e promuovere l’uso di energie rinnovabili.

Il porto di Ortona: modello di crescita e sostenibilità

Il porto di Ortona si inserisce perfettamente in questo quadro. Gli attuali investimenti a livello infrastrutturale, supportati dalla Regione e dall’Autorità di sistema portuale (AdSP) con il contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riflettono la determinazione nel trasformare Ortona in un porto commerciale assolutamente all’avanguardia e in un centro logistico moderno e che si affida sempre più alla tecnologia.

Sviluppo sostenibile a braccetto con il territorio

Le iniziative di sviluppo sostenibile sono parte integrante di questo processo di trasformazione. Soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti e l’uso responsabile delle risorse energetiche stanno contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle attività portuali. Queste iniziative promuovono l’immagine del porto di Ortona come una moderna infrastruttura attenta all’ambiente e al territorio che lo circonda e di cui è parte attiva e preziosa.

Conclusioni

Gli investimenti e le prospettive di sviluppo del porto di Ortona testimoniano una determinazione crescente nel posizionare lo scalo marittimo come un centro logistico di riferimento nell’Adriatico. Questo non solo offre opportunità di sviluppo economico e industriale per la regione ma contribuisce anche al prestigio dell’Italia nel contesto marittimo internazionale. Il porto di Ortona, dunque, con la sua combinazione di efficienza operativa e impegno ambientale, emerge come un esempio nel panorama italiano.