La sicurezza per l’industria marittima e per i singoli operatori come Fiore è un valore imprescindibile. Ancor di più dopo l’anno appena trascorso, quando i traffici marittimi, a causa delle tensioni nel Mar Rosso, sono diventati argomento centrale a livello internazionale. Per gli addetti ai lavori, c’è da tener conto la deviazione dal Canale di Suez verso il capo di Buona Speranza, con evidenti ripercussioni sui prezzi e sulla continuità delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, al di là dell’evidente criticità che rende turbolenti le acque internazionali, esistono dei fattori di rischio oggettivi che vanno oltre i singoli contesti o le singole peculiarità di un dato momento storico. Prima fra tutti, la capacità di carico delle navi portacontainer, legata all’aumento delle dimensioni di queste ultime. Se questo connubio comporta benefici in termini di movimentazione merci, sono altrettanto innegabili i rischi maggiori dovuti a quantità ingenti di merce trasportata rispetto al passato.

Sicurezza e tecnologia: tutela e responsabilità delle compagnie

La sicurezza delle navi portacontainer e la salvaguardia delle spedizioni dipendono dall’efficacia di misure standard. Dalla chiusura ermetica dei container ai sigilli elettronici, passando per il GPS che offre protezione tramite un sistema di monitoraggio costante. Quest’ultimo è un sistema che si integra con altre tecnologie oggi disponibili, le quali limitano l’accesso e prevengono eventuali manomissioni al carico. Di conseguenza, sono le compagnie di navigazione a dover assicurare

  • la redazione di documenti a norma, debitamente compilati e firmati
  • Il rispetto delle normative vigenti, con l’inclusione di dettagli sugli Incoterms
  • Ogni forma di prevenzione che impedisca ritardi o complicazioni di ogni tipo
  • La pianificazione dei servizi e dei carichi marittimi, impossibile senza un’adeguata conoscenza delle rotte marittime.

Per tutelare equipaggio, strumenti e merci sulle navi portacontainer è importante formare e formarsi. Il personale formato adeguatamente non conosce solo normative e regolamenti, ma sa come prevenire, gestire e intervenire tempestivamente.

Dimmi dove e quando andare.

Oggi coloro che lavorano nell’ambito trasporto marittimo si confrontano con tecnologie sofisticate e protocolli rigorosi secondo un’ ottica strategica e un approccio multidimensionale. Lavorare sulle navi porta container significa saper dove andare e quando. Detto diversamente, si devono conoscere e classificare porti e rotte secondo la loro sicurezza o, in caso contrario, vulnerabilità.  I membri di un equipaggio rilevano anomalie, le segnalano, intervengono anche nel rispetto delle linee guida e delle pratiche in materia di sicurezza internazionali. Nei porti come nelle imbarcazioni, ci si attiene a un codice internazionale per la sicurezza: un protocollo regolamentare a livello internazionale. Quindi, è imprescindibile il possesso di competenze in chiave digitale e dei mezzi all’avanguardia, che sfruttando blockchain, AI e controlli biometrici prevengono o identificano le minacce. Ad esempio, limitando gli accessi e il rischio di manomissioni sulle navi portacontainer. Tutti fattori determinanti per creare un clima di fiducia e stabilità.

Nuovi rischi per le navi portacontainer.

La crescente decarbonizzazione investe anche il settore marittimo, destinato a investire sulla sostenibilità per restare competitivo e affermarsi nell’ambito del trasporto intermodale. Essere sostenibili significa puntare sulla decarbonizzazione e i mezzi alternativi, prodotti in grandi quantità rispetto al passato. Tuttavia, durante il trasporto su navi portacontainer, i veicoli dotati di batterie agli ioni di litio possono rappresentare un fattore di rischio di cui, oggi, le navi devono tener conto. Questa tipologia di batteria è soggetta all’autoriscaldamento, fenomeno anche noto come thermal runaway, principale causa di incendi che colpiscono mezzi elettrici. Per far fronte a questa sfida nella sfida, le compagnie devono

  • Munirsi di adeguate capacità di protezione, come sistemi di rilevamento precoce
  • Prevenire ogni impatto stabilendo piani di emergenza
  • Formare il personale, migliorare l’accesso a tutti i dispositivi antincendio presenti
  • progettare le future navi portacontainer tenendo conto dell’avvento dell’elettrico e del trasporto di automobili dotate di batterie

La sicurezza a livello concreto e normativo

Gli incendi rappresentano una fonte di rischio rilevante, anche per colpa di dichiarazioni improprie dei carichi da parte delle aziende. È difficile, se non impossibile, ignorare il legame tra la dichiarazione errata e la maggiore incidenza degli incendi che si verificano sulle navi container. A livello operativo, le navi cargo possono oggi dotarsi di sistemi antincendio più sofisticati, che ricorrono ad acqua pulita, si attivano immediatamente, raffreddano gli spazi e sfruttano un sistema a ridotto consumo idrico che previene ulteriori danni da acqua. Alla luce dei nuovi rischi, è auspicabile una riflessione a livello normativo. Ad oggi, la sicurezza in mare resta “obiettivo fondamentale della politica della navigazione marittima ai fini della protezione dei passeggeri, dei membri dell’equipaggio, dell’ambiente marino e delle regioni costiere”. È grazie all’Organizzazione marittima internazionale (OMI) che esistono norme valide a livello internazionale, che agiscono per prevenire l’inquinamento e salvaguardare la tutela della vita umana in mare (SOLAS).